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sabato 21 agosto 2010

Dov'è nata la passione (grazie Maddalena!)

La mia passione per l'abbigliamento, la sartoria, il cucito è già strana fin dall'inizio... Non so bene come sia nata: nella mia famiglia nessuno è troppo appassionato al 'costruire con le proprie mani' - a parte forse mio papà, ma per vari motivi non ha mai potuto coltivare la sua manualità. Ho qualche  ricordo di campioni di tessuto che proprio lui portava a casa per scegliere il vestito che gli avrebbe confezionato il sarto, e forse una lontana parente che avrò visto cucire due o tre volte da bambina... ma nessuna di quelle belle storie che mi piacciono tanto di una passione per l'artigianato tramandata da una generazione all'altra, storie così affascinanti...
e così non c'è da stupirsi se vi dirò che ho visto cucire per la prima volta una camicia in una roulotte!
 Sì, sì, proprio così... in una roulotte molto speciale, mai usata per fare dei veri viaggi, ma...

...una roulotte trasformata appositamente in stanza del cucito, mentre la loro casa era in ristrutturazione, e dipinta anche di verde per essere in armonia con la campagna circostante.
Era un inverno di quasi dieci anni fa e conobbi per caso Maddalena, che veniva a nuotare nella piscina dove facevo la segretaria... così, chiacchierando un po', abbiamo scoperto la passione comune per il cucito e le stoffe. Io avevo da poco frequentato un corso professionale di taglio e cucito, realizzavo i miei primi lavori  e poi mi sono sempre interessati tutti i lavori manuali creativi, dal fare la maglia all'uncinetto alla pittura su legno...
Maddalena mi disse che lei  aveva lavorato come camiciaia su misura, ma ora il suo cliente preferito era il marito! Allora, curiosa, le chiesi se poteva farmi vedere qualcosa...


Così mi trovai nel mese di gennaio in una "roulotte - non roulotte" posteggiata in un giardino innevato.
Era completamente attrezzata, svuotata dei suoi mobiletti e riadattata con tavolo per tagliare e stirare, macchina da cucire e naturalmente un piccolo termosifone. Meraviglioso!
Ecco come è nata la nostra amicizia, cementata dalla comune passione: abbiamo iniziato a girare insieme per mercati e negozi, Maddalena mi ha insegnato come 'sentire' i tessuti tra le mani, come apprezzarne le differenze... e come ricamare le asole a mano, con la sua grande precisione e cura per i particolari.


E così non poteva mancare il mio GRAZIE dal cuore a una persona speciale, una grande amica e una grande lavoratrice: anche per merito suo ho iniziato tutto questo...




...E anche se non sono camicie, non potevo assolutamente nascondere cosa fa ancora Maddalena con ago e filo, naturalmente tutto solo con le sue mani d'oro...






martedì 17 agosto 2010

Verifica della prima lezione....

In questi giorni volevo realizzare un collo button down e così mi sono messa al lavoro, per verificare se sto imparando tutto come si deve...
Alla fine devo ottenere sei pezzi: due saranno il collo finito, due serviranno per tagliare il tessuto e gli altri per tagliare la tela.
Per prima cosa sono partita col realizzare il collo finito.
Ho deciso l'altezza del listino e ho tracciato sul foglio la metà della misura finale del collo (20cm)  e ho disegnato il listino.


 L'ho tagliato e ne ho verificato il montaggio, sovrapponendo l'abbottonatura una sull'altra e fermandola con uno spillo per un ultimo controllo




Poi ho scelto la vela e l'ho disegnata controllando l'altezza del centro dietro rispetto al listino e segnando anche la posizione delle asole sulla punta della vela e così ho ottenuto i primi due modelli


In seguito ho aggiunto al modello finito il margine delle cuciture, tracciandolo  con il compasso (geniale invenzione di Pierre!), mentre tengo  fermo il modello con un peso...


ed ecco i due modelli per il taglio del tessuto

e poi togliendo il triangolino dalla punta e eliminando la cucitura sulla parte bassa del listino, ho ottenuto gli ultimi due pezzi.

Così ora sono pronta per la parte finale e più importante: la realizzazione vera e propria del collo e il montaggio sulla camicia!

mercoledì 11 agosto 2010

Le misure.

In realtà stavo per scrivere: "come si prendono le misure". 
Poi mi è venuto in mente quando mi è capitato di sentirmi dire: " il collo si misura assolutamente così", " la lunghezza della camicia si prende in questo modo " e ho fatto una riflessione.
Ci sono molti modi di prendere le misure e  forse alcuni anche un po' bizzarri, ma alla fine quello che conta davvero è il risultato che si ottiene. A me interessa sapere cosa ottengo applicando un certo metodo, più che dire 'si fa così e basta'.
Se trovo un sistema diverso dal mio che porta a un risultato migliore, cercherò di capire il perché e di provare ad applicarlo e apportare eventuali modifiche. 
Secondo me, quello che conta è il miglior risultato finale.
Quando scriverò 'si prende' o 'deve essere' intendo quindi secondo questo metodo.

La lezione in diretta con la webcam per verificare la presa delle misure è stata abbastanza impegnativa, perché dovevo concentrarmi sia sui gesti, sia sulla posizione della webcam che cambiava spesso ,oltre che naturalmente sul francese!
Poi mi sono fatta fotografare durante la presa delle misure con un gentile volontario (che alla fine era anche un po' stufo!) e ho inviato in seguito le foto a Pierre per un ulteriore controllo.
Nelle due foto affiancate, quella di destra è la mia con le correzioni, quella di sinistra è la foto del tutorial, che mi è stato inviato prima della lezione.

Il collo

La misura viene presa 'giusta', facendo scorrere il centimetro esattamente alla base del collo, senza scendere troppo verso il basso come ho fatto io o apportare altre correzioni, per esempio con l'indice della mano tra il collo e il centimetro.
Poi alla misura ottenuta si aggiungono in generale 2 cm, di cui 1cm per la vestibilità e l'altro per il primo e i successivi restringimenti del tessuto.

Il 'piccolo torace' (in francese petite poitrine)

Questa è una misura che spesso non viene contemplata in camiceria, che però è molto importante per determinare la giusta distanza tra i due giromanica.

Il torace
Si prende al livello dei muscoli pettorali, nel punto dove sono più sviluppati e facendo passare il centimetro ben sotto le braccia e parallelo al suolo.
In questo caso io ho preso la misura davvero troppo in basso!

La vita
In realtà il termine trae in inganno, perché si tratta della misura del punto più sporgente, ossia dove la 'pancia' è più evidente.
Il centimetro deve essere sempre ben dritto.

Il bacino



Si prende a metà delle anche, che spesso è anche la metà della patta dei pantaloni.

Altezza vita davanti


Questa misura parte dal 'point de quart' ( forse potrei tradurre 'punto spalla'), ossia il punto di giunzione tra il davanti e il carré (o sprone).
La misura termina al livello della cintura dei pantaloni ( ossia la 'vera' vita) e in questo caso, essendo i pantaloni a vita bassa, sono ricorsa a questo stratagemma della finta cintura  per trovare il punto esatto.
Il mio punto di partenza è un po' troppo in alto rispetto al punto spalla...


Altezza vita dietro 


Si fa come per la vita davanti, però a partire dalla base centrale del collo.

Lunghezza totale

Si tratta del prolungamento della misura dell' altezza vita davanti e parte sempre dal punto spalla per finire nel punto sotto la patta dei pantaloni, al livello dell'inforcatura.
Io sono scesa un po' troppo.

Il giromanica

Anche questa è una misura che raramente ho trovato in camiceria.
Va presa sia a destra che a sinistra, perché potrebbe essere differente: pensiamo al caso dei tennisti che hanno un braccio più sviluppato dell'altro!
Bisogna far scorrere bene il centimetro sotto il braccio e fare poi un movimento verso l'alto fermandosi sulla spalla (io sono rientrata troppo verso l'interno!)

Lunghezza della spalla e della manica


La spalla si misura a partire dal punto spalla lungo la cucitura fino alla lunghezza voluta.



Per la lunghezza della manica, questo è un modo un po' particolare, soprattutto per chi è abituato a prendere la misura a braccio piegato, ma comporta due vantaggi:
é più facile prendere la misura rispetto al braccio piegato (quanto piegato ?) e poi la misura viene legata a quella della spalla, per cui non ci si può sbagliare nel determinare il punto da cui partire .
Quindi si misura la spalla e si scende fino al pollice.
Entrambe le misure vanno prese sia a destra che a sinistra.
La mia misura della spalla non è proprio dritta, ma un po' spostata rispetto alla linea corretta, invece quella della manica è proprio così, con la mano sinistra che tiene fermo il centimetro in alto e l'altra mano che scende giù.

Polsi


Si prende la misura reale, giusta, per entrambi i polsi.


Io avrei dovuto spostarmi di più verso l'osso del polso.

Spalle dietro (in francese carrure)


Questa è la misura che solitamente viene chiamata 'spalle o spalla' e si prende seguendo bene la curvatura da un'estremità all'altra.

E alla fine per rilassarmi dopo 'la fatica'  ...


 un po' di musica!

La versione del mio 'maestro' la trovate qui









venerdì 6 agosto 2010

Cosa vuol dire 'su misura' ?

Trovo molto interessante cercare di capire il significato delle parole che usiamo e ancora di più se queste riguardano l'ambito della sartoria e della confezione.
E poi, perché farsi confezionare un abito o una camicia 'su misura'?
Le risposte sono molte e le più diverse: esistono tante esigenze e ognuno le soddisfa o cerca di farlo come meglio crede.
Qualcuno si rivolge al servizio 'su misura' perché non trova nelle taglie industriali una corrispondenza con la propria struttura fisica oppure perché predilige un certo colore o tessuto o ha in mente un modello particolare o ancora ha un concetto di eleganza diverso da quello proposto dalle linee di tendenza della moda.

Ma torniamo alle camicie.
Su misura: due parole, un po' di confusione... ormai prodotti molto diversi vengono definiti così


- una camicia con le misure rilevate da un'altra camicia (come succede a volte per gli ordini on-line)

- una camicia fatta a partire da un modello basato sulla taglia standard a cui  si apportano successive modifiche con le misure  del cliente ed eventualmente, ma non sempre prova successiva

- una camicia che prevede il disegno di un modello e una prova successiva, ossia una verifica del capo sul corpo del cliente, in base alla sua morfologia , al tipo e al peso del tessuto usato

Solo una piccola esemplificazione, ma in ogni caso con lo stesso nome abbiamo identificato realtà diverse.

Un termine che trovo molto efficace è quello inglese di bespoke (corrisponde al francese grande mesure).
Questa parola identifica il massimo livello di ciò che si può chiedere al servizio 'su misura': si tratta di un prodotto altamente personalizzato, che prevede un dialogo e uno scambio tra artigiano e cliente, al fine di ottenere il risultato migliore, tenendo conto di tutte le variabili in gioco (dai materiali usati alla vestibilità).
Per me è anche questo il fascino dell'artigianato: la creazione di un rapporto paritario tra creatore e committente, che da un lato mette in campo l'abilità, la tecnica e l'occhio dell'uno e dall'altro lato tiene conto delle richieste, delle esigenze e della personalità del cliente.
Un dialogo non sempre facile, ma certo affascinante.

Dopotutto ciò che indossiamo parla di noi...


 A presto con la prossima lezione... prendiamo le misure!





martedì 3 agosto 2010

La prima video-lezione: si comincia!

La webcam: questo è lo strumento indispensabile per le nostre lezioni. Infatti il nostro non è un corso puramente teorico, ma i movimenti, i gesti e le linee da tracciare sono molto importanti e quindi è necessario che l'insegnante e l'allieva possano vedere reciprocamente il loro lavoro.
Questa è la postazione di Laliquette in Francia:


1   1° computer su questo monitor l'insegnante vede la mia immagine e segue il mio lavoro
2   webcam posizionata su una vecchia cassa, ma così è più facile poterla orientare al bisogno
3   macchina fotografica per fare le foto dettagliate del lavoro che poi mi invierà, ma anche per condividere e testimoniare tutto questo sul blog
4   2° computer  per ricevere e inviare files e non disturbare la connessione principale
5   zona di lavoro ben delimitata per aiutare a rimanere sempre nell' 'occhio' della webcam
6   casse audio

Naturalmente prima di iniziare, si è reso necessario un  lavoro preparatorio sui termini da usare: parlare lo stesso 'linguaggio tecnico', chiamare le stesse cose con lo stesso nome per capirsi e non fare confusione...e tra l'altro a complicare ulteriormente il tutto, siamo un francese e un' italiana!
Quindi il mio maestro  mi ha preparato e inviato un dettagliato lessico del mestiere, naturalmente con l'ausilio di immagini, come potete vedere..


Questo è l'esempio della manica, e così ha fatto per tutte le altre parti della camicia.

La prima lezione è stata la costruzione del modello di un collo e quindi, prima del giorno prefissato per la nostra connessione, ho ricevuto questo


Farò una traduzione, ma premetto che  userò i termini che conosco io - per quanto ne so, in Italia non esiste un linguaggio tecnico ufficiale ben codificato, ma ci sono delle varianti, anche regionali..
La bande è il listino (o solino) del collo classico da camicia, quello che sarà poi attaccato alla scollatura.
Le rabat è la parte chiamata 'vela', che sarà cucita al listino e darà forma al collo vero e proprio.

E così ha avuto inizio, con mia grande emozione e curiosità, la prima lezione.
Potete vedere Laliquette al lavoro, mentre mi spiega i vari passaggi: per fortuna è molto paziente e cerca di parlare lentamente...devo rispolverare e approfondire il mio francese, studiato a scuola tanti anni fa!




...e siamo arrivati alla costruzione del modello di un collo finito, che in seguito (dopo averlo scannerizzato) ho inviato all'insegnante per la verifica.

Questo è il modello del collo, così come risulterà effettivamente sulla camicia


nella seconda immagine, potete vedere  il modello del collo che sarà poggiato sul tessuto per il taglio


infine, questo è il modello per il taglio della tela interna


Tutto chiaro? Direi di sì...
e dopo qualche giorno, ecco il mio lavoro:



 Sono molto soddisfatta dei risultati di questa prima lezione e allora...andiamo avanti! (on continue...

domenica 1 agosto 2010

UN INCONTRO IMPORTANTE

Che dire? L' inizio non è sempre facile: i pensieri si rincorrono e bisogna fare delle scelte.
Vorrei condividere con voi la grande passione che oggi mi ha condotta sino a qui. 
La passione per un 'mestiere' antico, ricco di storia, tecniche e tradizioni diverse: un mestiere che spesso si tramanda da una generazione all'altra e che a volte, invece, si incontra sul proprio cammino per caso, come è successo a me.
Cercando di migliorare le mie abilità e approfondire le mie conoscenze, ho allargato le mie ricerche al web e un giorno sono capitata qui.
Così ho conosciuto Laliquette e la sua storia per me ricca di fascino e grande interesse.
Una lunga esperienza, grande capacità tecnica e passione per il proprio lavoro: proprio quello che speravo di trovare!
Così ho deciso di contattarlo e abbiamo iniziato insieme un progetto un po' particolare:
la trasmissione di un mestiere artigianale con il supporto della tecnologia moderna: del resto ci troviamo a circa 1000 Km di distanza!
Così grazie alla sua generosa disponibilità e al suo prezioso incoraggiamento, inizia la nostra sfida e anche il mio blog.  (Encore merci, Pierre!)